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Insufficienza Renale Cronica: le difficoltà per il riconoscimento dell’invalidità civile e di accompagno

Resistenze delle commissioni mediche per il riconoscimento dell’invalidità civile (Art.12 Legge 118/71 ) ed indennità di accompagno (art. 1 Legge 18/1980) per i soggetti in insufficienza renale cronica V stadio d KDOQI.

I soggetti con Malattia Renale Cronica (MRC) che evolvono nel V° Stadio KDOQI dell’Insufficienza Renale Cronica manifestano un coinvolgimento di quasi tutti gli organi ed apparati. Presentano ipertensione arteriosa, compromissione cardiovascolare, iperparatiroidismo secondario e/o terziario, osteodistrofia uremica, anemia, disturbi gastrointestinali, polmonari e neurologici, etc.

Nonostante le numerose morbidità, a questi soggetti, l’invalidità al 100% viene riconosciuta con grande difficoltà e sembra ormai un dato di fatto acquisito che l’accompagno (art. 1 Legge 18/1980), non venga più assegnato (indicazioni dei CTU – medici legali) sulla base di semplici elementi gestuali della vita quotidiana che il soggetto riesce a compiere autonomamente provvedendo “fortunatamente” alle necessità primarie della vita per il decoro della propria persona.

E’ specifico dovere del nefrologo, che ha in cura questi pazienti, addurre e far comprendere quelle giuste motivazioni affinché i CTU, non specialisti in Nefrologia rivedano i loro “preconcetti” e posizione riconoscendo le gravi menomazioni e necessità di questi pazienti.

Alla luce di quanto sopra vi riporto quanto da me esposto nella difesa dei diritti di un soggetto con IRC V° stadio in trattamento dialitico peritoneale, associata ad ipertensione arteriosa, osteodistrofia uremica, iperparatirodismo secondario con dolori osteocopi, frequenti vertigini soggettive ed episodi vasovagali, al quale è stato negato “l’accompagno”. Il paziente in questione risultava invalido al 100%, più volte confermato negli anni dalle varie commissioni mediche. (Art.12 Legge 118/71 ).

Per quanto concerne l’accompagno (art. 1 Legge 18/1980), questa era stata riconosciuta al ricorrente negli anni passati: (29.05.2009 per ”Insufficienza renale cronica in trattamento dialitico ; 22.11.2012 per “Insufficienza renale cronica in trattamento dialitico peritoneale quotidiano, ipertensione arteriosa”).

Sottoposto a visita di revisione dai sanitari della Commissione Medica Superiore dell’INPS in data 11.9.2014, IL soggetto veniva riconosciuto “invalido ultrasessantacinquenne con difficoltà gravi (100%) per “IRC in trattamento dialitico peritoneale quotidiano”. Non veniva riconosciuto al ricorrente l’indennità di accompagnamento, ex art. 1 L.18/80.

La mia opposizione tecnico specialistica si è basata sul fatto che in relazione a quanto sopra già riconosciuto dalle varie commissioni mediche (invalidità 100%) le condizioni clinico fisiche del ricorrente, affetto da una grave forma di malattia cronica, non potevano certamente migliorare negli anni, ma al contrario, subire un peggioramento al di là di alcune semplici valutazioni di gestualità quotidiane che il soggetto riesce a compiere, alle quali si è appellato il CTU incaricato.

Infatti se è pur vero che, come si evidenziava dalla relazione tecnica del CTU, le condizioni generali risultavano discrete, lo stato di nutrizione e sanguificazione buono (sensorio integro. 169 cm, 72 kg.) è altrettanto vero che veniva ravvisato anche al “rachide una contrattura dolorosa delle masse muscolari paravertebrali a livello lombare dove la mobilità distrettuale risultava limitata di un terzo ed il Tono dell’umore depresso” .
Il CTU concludeva che, sulla base dei semplici elementi gestuali della vita quotidiana, il ricorrente riuscisse “a provvedere alle necessità primarie della vita autonoma e compiere gli atti quotidiani per il decoro della propria persona autonomamente”.

Orbene questo era pur vero, ma di ciò una nota di merito va sicuramente data alla Equipe sanitaria che “riesce ad offrire a questi pazienti una qualità di vita che la malattia cronica renale di per se non può dare specie durante il trattamento dialitico che invece complica e peggiora giornalmente l’autonomia e la stabilità degli stessi soggetti.”

Ho voluto sottolineare all’ill.mo Magistrato che:
“poca importanza viene spesso data alla Sindrome UREMICA o insufficienza Renale Cronica che comporta un coinvolgimento lento e complesso di tutti gli organi ed apparati, in quanto i Reni, come un grande “ Direttore d’Orchestra” ovvero D’ORGANI” venendo gradualmente meno a questa direzione comportano gravi danni ai vari apparati (ossei: osteodistrofia con dolori e rischio fratture, riduzione della mobilità; cardiovascolari: Calcificazioni dei vasi, blocchi AV, iper ed ipotensione, scompenso cardiaco; anemia con ripercussioni sul cuore e cervello; acidosi metabolica con ripercussioni cardiache ed altro; squilibri elettrolitici spesso gravi).

Orbene tutte queste alterazioni sono legate alla MRC che si instaura lentamente nel tempo consentendo per lo più all’organismo di mettere in atto alcune preventive difese di adattamento. Lentamente, però, si giunge inesorabilmente e gradualmente ad una degenerazione irreversibile di tutti organi.
I pazienti nella malattia cronica hanno più tempo, rispetto agli acuti, di adattarsi alle critiche situazioni ed a mantenere, per questo, alcune funzioni di autonomia e di gestione quotidiana. La Dialisi in parte compensa alcune carenze della funzione renale (equilibrio idroelettrolitico ed acido-basico) ma allo stesso tempo deteriora lentamente i diversi apparati.

Le nostre conclusioni nello specifico del nostro paziente, ma che possono applicarsi a tutti i soggetti uremici in dialisi sono:
“il Signor TIZIO pur avendo delle gestualità autonome ha bisogno di assistenza quotidiana ed accompagno sia per provvedere al propria terapia dialitica peritoneale che deve effettuare giornalmente (La dialisi peritoneale viene effettuata al proprio domicilio, di notte, durante il riposo notturno, mediante un’apparecchiatura che richiede adeguata preparazione ed il posizionamento preciso delle sacche di liquido di dialisi che hanno un notevole peso e necessitano di un aiuto per il paziente……..
Il Signor TIZIO, come risulta anche dalla documentazione medica, va incontro a crisi ipotensive e /o vasovagali (possibili in dialisi peritoneale in quanto l’addome è riempito con 2 litri di liquido) a vertigini che ne creano spesso instabilità durante la deambulazione e talora nel post prandium…………..
Accusa talora dolori osteocopi, legati alla sua situazione osteodistrofica in relazione all’IRC, che ne riducono la deambulazione ed autonomia.”
Per quanto sopra esposto si contesta quanto dedotto dal CTU, medico legale dott…………… in quanto nelle proprie conclusione non tiene conto di tutte le invalidità che l’insufficienza renale cronica comporta specie nei soggetti in dialisi.
Pertanto l’indennità di accompagno ai sensi della legge 11/2/1980 n. 18 è applicabile ai soggetti con IRC in dialisi con invalidità totale. L’art. 1, che prevede l’aiuto di un accompagnatore per chi totalmente e permanentemente inabile non sia in grado di deambulare ovvero abbisogni di assistenza continuata per attender agli atti della vita quotidiana a causa delle infermità di cui è portatore, può tranquillamente applicarsi a tutti i soggetti con IRC in dialisi (V stadio”d” KDOQI) e nella fattispecie al sig TIZIO per tutti i disturbi ai quali il soggetto va spesso incontro, anche se non costantemente presenti (Dolori ossei osteocopi, astenia intensa, vertigini, ipotensione, ansia e paure).
AMICI BISOGNA INSISTERE E FAR SENTIRE LA PROPRIA VOCE DI FRONTE ALLE INGIUSTIZIE E FAR RICORSO ALLE SPECIFICHE COMPETENZE CONTRO L’ECCESSIVA SUPERFICIALITA’ DELLE DECISIONI SPESSO FRUTTO DI IGNORANZA E/O INCOMPETENZA SPECIFICA.

L’A.N.Di.P. è con VOI, INSIEME POSSIAMO.

Prof. Dott. Gaspare Elios Russo
Professore di Nefrologia, La Sapienza Università di Roma
Specialista in Nefrologia
Specialista in Malattie del Cuore e dei Vasi
Consulente Nefrologo della Guardia di Finanza – Roma
Email: gasparelios.russo@uniroma1.it – gaspareelios.russo@alice.it
Cell: 335.66.92.238