Dott.ssa A.R.Rocca
Per il paziente in trattamento sostitutivo, la nutrizione riveste un importante ruolo nel raggiungimento di un buon grado di benessere. Molti studi hanno dimostrato che il 40% dei pazienti dializzati presenta segni di malnutrizione e che il 5-15% è gravemente malnutrito. Molte sono le cause che possono condurre ad instaurarsi di malnutrizione: sicuramente cause legate alla malattia stessa, come la anoressia legata alla iperazotemia o l’inefficiente assorbimento ed utilizzazione dei nutrienti l’età avanzata dei pazienti che cominciano la dialisi con implicazioni che vanno dalla adentulia alla scarsa disponibilità economica per finire con i problemi legati alla solitudine o alla incapacità di cucinarsi o custodirsi. Il paziente in trattamento dialitico peritoneale domiciliare (DP) è spesso a rischio di malnutrizione proteica, secondaria alla perdita cronica di albumina con il dialisato ed alla presenza di anoressia secondaria al cronico assorbimento di glucosio. La malnutrizione correla con lo stato infiammatorio cronico che caratterizza il paziente uremico, tanto che è stato proposto il termine di “Sindrome Complessa Malnutrizione- Infiammazione” (MICS) per indicare la concausalità di queste due condizioni. La valutazione dello stato nutrizionale deve rappresentare pertanto un’attività non secondaria nella gestione del paziente in DP: valutazioni antropometriche e dosaggi ematochimici possono essere molto efficaci nell’inquadramento del paziente a rischio di malnutrizione. Il body mass index (BMI) costituisce il parametro più utilizzato nella pratica clinica.